È tra le società palermitane più antiche del panorama
calcistico femminile della provincia. Sono le Aquile Bagheria, club fondato nel
lontano 1984 con la denominazione di Aquile Palermo e che appena due stagioni
fa ha trasferito la propria sede sociale in provincia. “Siamo tra le più longeve realtà di calcio femminile
siciliano – esordisce con orgoglio Enzo Scalia, che ricopre il duplice incarico
di presidente e allenatore del club -. L’essere arrivati fino ad ora è motivo
di credibilità e continuità: aver portato avanti il movimento calcistico
femminile è anche merito della nostra società che ha anche disputato per un
anno la storica serie A1 e complessivamente una decina di campionati di A2”. Il
sodalizio da due anni ha cambiato residenza trasferendosi dal capoluogo a
Bagheria. “Speravamo che in un piccolo centro – ha poi continuato Scalia – ci
potesse essere più attenzione non solo verso la nostra squadra, ma anche per il
calcio femminile, ed invece non è stato così. In questo periodo, un po’ come
accade nella società in generale, risentiamo della forte crisi economica e, in
modo particolare, noi piccoli club ne paghiamo le conseguenze: i fondi sono
notevolmente diminuiti e anche per questo abbiamo coinvolto ragazze non solo
palermitane, ma anche dell’interland bagherese con la passione per il calcio.
Quindi, puntando sul nostro settore giovanile proviamo a creare e formare nuove
leve di calciatrici”. A proposito di crisi la società lo scorso anno militava
in serie A2 e, pur avendo mantenuto sul campo il titolo, ha chiesto di
disputare la serie C. “Abbiamo deciso di fare il campionato regionale – ha
continuato il massimo dirigente – per limitare i costi di gestione e per non
far disperdere un patrimonio sociale e umano che dura da oltre trent’anni”. Le gare interne di campionato la squadra rosanero le gioca
sul sintetico del glorioso Comunale di Bagheria. “La nostra struttura
societaria – ha poi concluso Scalia – si basa sui valori dello sport, non a
caso la nostra giocatrice simbolo Genny Piro, capitano da dieci anni, è per
esperienza e per educazione sportiva uno dei nostri pilastri che serve da
esempio alle nuove ragazze che si avvicinano al mondo del calcio per la prima
volta”.
Jack Ballarò
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