Questa volta non ci occupiamo di sport ma di cultura e di ricordare un giornalista quasi dimenticato per molto tempo. In occasione dell’anniversario dell’uccisione del
giornalista termitano Cosimo Cristina, su iniziativa della IISS “Stenio”, della
Rivista Espero e del Forum delle Associazioni è stata organizzata una
iniziativa “per far memoria” del giovane giornalista termitano
“suicidato” da Cosa Nostra.
La manifestazione che si svolgerà lunedì 6 maggio 2013 alle
ore 11,30 presso l’IISS Stenio a Termini Imerese, prevede la mostra di alcune
pagine della Rivista “Prospettive Siciliane”, il giornale fondato e diretto da
Cosimo Cristina, e i lavori degli studenti dell’IISS “Stenio”. Inoltre è
previsto un dibattito a cui
prenderanno parte Angela Marramaldo, dirigente scolastico dello
stesso istituto, Luciano Mirone,
giornalista e autore di un libro sugli otto giornalisti uccisi in Sicilia,
Alfonso Lo Cascio, Direttore della rivista Espero, Agostino
Moscato, presidente del Forum delle Associazioni, Paola Balsamo e Giusy Conti,
insegnanti dell’IISS Stenio e che in passato hanno curato progetti per ragazzi
sulla figura di Cosimo Cristina.
Chi era Cosimo Cristina
Con spirito di assoluta obiettività, in piena
indipendenza da partiti e uomini politici, ci proponiamo di trattare e
discutere tutti i problemi interessanti dell’Isola, avendo come nostro motto:
senza peli sulla lingua. Tutto questo perché noi vogliamo che la
Sicilia non sia solo quella folcloristica delle cartoline lucide e
stereotipate, né quella delle varie figurazioni a rotocalco e di
certa stampa deteriore, per intenderci la Sicilia di Don Calò Vizzini e di
Giuliano, ma la Sicilia che faticosamente si fa strada come pulsante cantiere
di lavoro e di rinnovamento industriale. Si legge così nell’editoriale
del primo numero di Prospettive Siciliane, il giornale da lui
fondato, e dalle cui colonne ha probabilmente firmato la propria condanna a
morte. Cosimo Cristina sembra tracciare il suo profilo: un cronista onesto,
brillante, “senza peli sulla lingua”, che verrà ucciso per aver detto verità
scomode e per aver avuto il solo torto di amare la propria terra, di privilegiare
la verità e la giustizia e di credere che la legalità fosse più forte di qualsiasi
potere criminale.
Quella di Cosimo è la storia di un giornalista scomodo.
Cosimo Cristina nasce a Termini Imerese l’11 agosto 1935.
Tra il 1955 e il 1959 collabora come corrispondente per il giornale L’Ora
di Palermo, per Il Giorno, per l’agenzia Ansa, per il Corriere
della Sera, per Il Messaggero e per Il Gazzettino. Nel
’59, fonda il settimanale Prospettive Siciliane. Può finalmente
affermare ciò che i giornali con cui collabora non gli permettono di scrivere.
Da subito Prospettive Siciliane raccontò la mafia di Termini e
della Madonie in anni in cui nessuno osava nemmeno nominarla. Iniziano per
Cosimo le minacce e le querele. Tante le inchieste da lui condotte: l’omicidio
del sindacalista Salvatore Carnevale e del sacerdote Pasquale Culotta,
avvenuta a Cefalù nel 1955, la morte di Agostino Tripi, il processo per
l’omicidio di Carmelo Giallombardo. Il pomeriggio del 5 maggio 1960, ad
appena 25 anni, Cosimo Cristina viene ritrovato privo di vita nel tunnel
ferroviario di contrada Fossola, tra Termini e Trabia. Non viene nemmeno
disposta l’autopsia: per gli inquirenti si trattava di suicidio. Ma i dubbi
già allora erano tanti, qualcosa non quadra. Nella tasca della sua giacca
vengono ritrovati due biglietti, sulla cui autenticità la famiglia ha
dubitato sin dal primo momento: ma stranamente non è mai stata eseguita
nessuna perizia calligrafica.
Cosimo Cristina è stato ucciso dalla mafia, anzi più
precisamente suicidato da Cosa Nostra, qualcuno azzarda, ma come
spesso accade in questi casi, nessuno sa niente, chi sa non parla, chi parla
viene fatto tacere e, a parte qualche articolo del solito cronista
rompiscatole, a nessuno interessa più di tanto. Il caso viene riaperto sei
anni dopo: grazie al vice questore di Palermo, Angelo Mangano, è riesumata la
salma e finalmente viene eseguita l’autopsia, ma effettuata dopo tanti anni,
finisce per confermare l’ipotesi del suicidio. Da allora il caso Cristina è
definitivamente archiviato. Una spessa coltre di oblio venne stesa sul
giovane che viene vergognosamente dimenticato.
Nel corso degli ultimi anni vi è stato un lento recupero
della memoria storica del coraggioso giornalista, attraverso inchieste su libri
e giornali, il lavoro di diverse scuole termitane che hanno incluso nei loro
progetti sulla legalità la figura di Cosimo Cristina, l’intitolazione di una
strada al giovane su proposta della rivista Espero, l’inserimento del pannello
su Cosimo, da parte dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia, nella mostra
dedicata ai cronisti italiani uccisi. E per il cinquantesimo
anniversario della morte del coraggioso giornalista, il 5 maggio del 2010, su
iniziativa della rivista Espero, insieme al Comune di Termini Imerese e
all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, è stata collocata una lapide nel luogo
in cui venne rinvenuto il corpo.
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