Gomitate in faccia, pugni e comportamenti al limite della
sportività e del rispetto delle regole avvengono sempre più di frequente ad
ogni gara di qualsiasi categoria. Di questi gesti antisportivi sono piene le
cronache delle partite di calcio, provocando nausea in chi sta dinanzi al
piccolo schermo e dunque può coglierne i minimi particolari. Basti ricordare i
casi più noti come quello di Tassotti nei confronti di Luis Enrique, ai
mondiali Usa del 1994; l’ormai famosa testata di Zidane a Materazzi ai mondiali
del 2006; le supergomitate sul volto fra
Toni (in rosanero) e lo stesso Meterazzi; ancora la gomitata di Osvaldo a Mathieu, tra Roma e
Atalanta e per finire, perché la lista è davvero lunga, agli ultimi fatti
successi nel campionato di Prima categoria, tra Rangers e Acquedolcese, quando
un atleta, peraltro già sostituito e, quindi fuori dal gioco, rientrato in
campo, ha colpito con una testata un avversario.
E gli arbitri
sonnecchiano, ridestandosi soltanto quando la gomitata o la testata dovessero incassarla.
È intervenuto sullo spinoso argomento il medico fiduciario della
Federcalcio siciliana, Gesuele Romano. “Di gomitate, soprattutto in area di
rigore – ha detto –, o durante un’azione di gioco, oppure su calci d’angolo o
su tiri piazzati, se ne vedono tante e, il più delle volte, sono fatte dai
difensori, più per distrarre che per colpire e fare male gli avversari. Anche
se spesso si assiste a reazioni spropositate da parte di certi attaccanti, come
è stato il caso di Cavani nei confronti di Chiellini”. Colpi duri che spesso
possono provocare anche danni seri. “In generale – ha proseguito – i traumi
ripetuti possono essere causa di lesioni: pestoni sui piedi che provocano le
unghie incarnite; gomitate date all’altezza della bocca dello stomaco, al plesso
solare, che possono provocare svenimento, shock e arresto cardiaco. Anche i
colpi agli occhi possono avere delle ripercussioni negative, come il distacco
della retina, ma solo in alcuni casi: succede quando il giocatore è miope”.
Una novità assoluta è in vista dalla prossima stagione. “Si
è instaurata una collaborazione tra il Comitato regionale Sicilia e
l’Associazione medici sportivi di Palermo – ha concluso – che svolgerà una
ricerca legata ai traumi nel calcio, prendendo in esame gare che si disputano
nella nostra isola: faremo statistiche legate al tipo di trauma, ma non solo,
valuteremo i fattori principali che le hanno provocate”.
Jack Ballarò
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