giovedì 7 marzo 2013

GLI INTRAMONTABILI DEL CALCIO SICILIANO: SALVATORE DE FRANCESCO



Scavando nei ricordi di Salvatore De Francesco, portiere in forza al Mamertina, di 48 anni, si scopre che ha un passato, seppure nel settore giovanile, in due grandi e prestigiosi club del Sudamerica, che ha fatto tanta gavetta, poi un treno verso il calcio professionistico, sfuggito per un niente, e un presente fatto di lavoro e…tanto calcio. “Sono nato in Argentina – esordisce l’estremo difensore mamertino – a Buenos Aires, da una famiglia di emigranti italiani della provincia di Messina. La mia carriera da portiere inizia presto: giocavamo nei campi improvvisati della periferia della capitale argentina, detti “protreri”, si trattava di partite interminabili che duravano interi pomeriggi. La mia prima squadra è stata l’Indipendiente, dopo due anni con i cosiddetti “diavoli rossi”, sono passato al River Plate: nel glorioso club ho passato un anno e mezzo, perché poi, insieme ai miei genitori e ai miei fratelli sono tornato in Italia. Ma gli anni in Argentina li ricorderò sempre con affetto e con un po’ di nostalgia: ai Mondiali del 1978, noi delle giovanili del River, abbiamo pure fatto i raccattapalle a due partite degli azzurri, contro la stessa Argentina e l’Olanda e, poi, alla emozionante finalissima”. Una carriera che poteva regalare altre e più importanti soddisfazioni a De Francesco. “Nel 1979 – ha poi continuato – arrivato in Italia, militavo nel Villa Lino, e insieme a Michelangelo Rampulla, che giocava nel Patti, abbiano fatto un provino, a Camaro, con i tecnici del Varese che ci proposero di partire per la Lombardia: io non accettai, Michelangelo, invece, sì e tutti sappiamo che splendida carriera ha fatto. Per me si è trattato di un treno perso che poi non è più passato”. Da questo momento la vita sportiva di De Francesco si svolge tutta nelle squadre del messinese (Peloritana, Villa Lino, San Pier Niceto, Acquedolci, Mamertina, Tortorici, Novara di Sicilia, Ciappazzi, Porto Rosa) con una parentesi nella Gioiese in Serie D. Proprio l’esperienza in Calabria sarà tra le più intense e indimenticabili. “A Gioia Tauro – ha proseguito – ho i ricordi più belli: abbiamo vinto un campionato di Serie D, nel 1981-82, e il nostro allenatore era Franco Scoglio. Con lui faticavamo e sgobbavamo tantissimo, ricordo che ci faceva fare 15 chilometri a piedi sull’Aspromonte, e questa rappresentava una sorta di preparazione atletica dell’epoca”.
Giò Pintura

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